La presentazione del libro
Venerdì
4 settembre alle 20.30 nel chiostro delle Cappuccine si svolgerà la
presentazione del libro di Matteo Incerti I
pellerossa che liberarono l’Italia,
edito da Corsiero Editore.
Il
libro, frutto di due anni di ricerche, ricorda i nativi volontari
nell’esercito canadese che combatterono e morirono per la libertà
del nostro Paese.
L’evento
di venerdì 4, organizzato dall’associazione Wartime Friends in
collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza di Ravenna
e con il patrocinio del Comune, oltre alla presentazione del volume
tramite immagini, musiche e video inediti, vedrà l’autore
dialogare con Giuseppe Masetti, direttore dell’Istituto Storico
della Resistenza. Tra il colonnato del chiostro ci sarà inoltre una
mostra di immagini di soldati nativi protagonisti della liberazione
di Bagnacavallo e del Ravennate.
Il
libro di Incerti narra le storie di guerra, pace e diritti dei
soldati nativi che combatterono da volontari nell’esercito canadese
e morirono anche per liberare il territorio di Ravenna dal
nazifascismo. Dieci di loro sono sepolti nei cimiteri di Ravenna e
Villanova di Bagnacavallo. Chi tornò dalla guerra divenne capo
tribù, attore o artista e continuò la battaglia per i diritti
civili. Tra loro Henry Beaudry, scomparso nel 2016 all’età di 95
anni, che fu catturato a Villa Prati di Bagnacavallo.
Giunto
alla prima ristampa a meno di tre mesi dall’uscita, il libro sta
suscitando molto interesse anche in Canada e tra le stesse tribù
native di quel paese, tanto che una di queste, i Cree delle pianure
della tribù Mosquito Grizzly Bear nella provincia dello
Saskatchewan, in segno di riconoscenza verso l’autore per aver
fatto emergere storie sepolte nella polvere per oltre settantacinque
anni, lo ha omaggiato con il nome totemico di Soaring
Eagle-Aquila Svettante.
Il
Chiostro delle Cappuccine è in via Vittorio Veneto 1/a.
Informazioni
e prenotazioni (obbligatorie): info@wartimefriends.org
Il
libro narra una storia mai raccontata prima, che riguarda anche
Ravenna e in particolare il territorio di Bagnacavallo e Russi. Sono
almeno dieci i soldati di tribù native che si arruolarono volontari
nell’esercito canadese e che sono sepolti nel cimitero di guerra
del Commonwealth di Ravenna e in quello canadese di Villanova di
Bagnacavallo. In totale nei cimiteri di guerra della Romagna l’autore
ha rintracciato almeno diciassette caduti provenienti dalle diverse
tribù del Canada.
Le
storie, eroiche e drammatiche al tempo stesso, di questi “pellerossa”
che pur ancora discriminati nelle loro riserve si arruolarono da
volontari e morirono per sconfiggere il nazifascismo sono quelle del
Cree Joseph Flavien St. Germain, che dopo la terribile battaglia
di Ortona in Abruzzo, dichiarò al suo superiore che si
complimentava con lui: «Maggiore io preferisco morire prima
della fine della guerra. Quando tornerò in Canada, sarò nuovamente
un cittadino di serie B, un dannato indiano che non potrà nemmeno
entrare in un bar.» Ferito mortalmente il 14 dicembre 1944 a Villa
Prati di Bagnacavallo, lo stesso giorno spirò dilaniato da terribili
ferite poco prima di arrivare all’ospedale di Russi.
Una storia
quella di St. Germain che da anni interessa l’associazione Wartime
Friends ed alla quale un giovane studente di Bagnacavallo ha dedicato
una poesia, citata nel romanzo storico di Incerti e di cui verrà
letta durante la serata. St. Germain è sepolto nel cimitero di
guerra di Ravenna insieme ad altri nativi dell’esercito
canadese come l’Ojibwa Wilfred Contin, i Cree Peter
Bignel e Thomas Bear, il Cree James Edward Grinder, James
Hunter dalla tribù di Hunter Point o Herbert Prince, un
Naz’azdli Whutten della British Columbia, la stessa piccola tribù
dei fratelli siculo-pellerossa James e Jack Rossetti, figli di un
cercatore d’oro di Palermo e di una nativa, i quali combatterono
nello sbarco in Normandia e la cui incredibile vicenda è narrata nel
volume.
A
Villanova di Bagnacavallo è invece sepolto il caporale Ernest
Baptiste George, un allevatore di cavalli della tribù
degli Osoyoos, nella British Columbia, colpito a morte il 13 dicembre
1944 nei pressi di Villa Prati di Bagnacavallo. Qualche anno fa i
suoi parenti, giunti dalla riserva Osoyoos Inkameep, lo omaggiarono
con una toccante cerimonia narrata nel libro e della quale verrà
proiettato un filmato inedito. Il bastone sacro con le piume e la
bandiera della tribù, consegnate all’associazione Wartime Friends,
ora sventolano sulla sua tomba durante ogni anniversario della sua
morte.