Cento anni fa la prima de “L’aviatore Dro”

 Con il Rossini oggi al buio


Cento
anni fa, la sera del 4 settembre 1920, andava in scena per la prima
volta al Teatro Rossini di Lugo “L’Aviatore Dro”, opera futurista
del compositore lughese Francesco Balilla Pratella.

Imponenti
furono i preparativi e grandi le aspettative. Come si può leggere
dalle colonne dei giornali dell’epoca,
nella
prima serata il teatro era praticamente esaurito
:
erano presenti molti forestieri, tra questi Filippo Tommaso
Marinetti, numerosi critici e un folto gruppo di giornalisti
rappresentanti le principali testate nazionali, ma anche tanti
lughesi e spettatori provenienti dalle città vicine.

L’orchestra,
composta da 60 professori, era diretta dal maestro Pasquale la
Rotella; il tenore Nino Piccaluga sostenne la parte di Dro, il
soprano Augusta Concato quella di Ciadi, mentre il baritono Luigi
Piazzi interpretò Rono. Direttore dei cori, composti da 60 elementi,
era Cesare Martuzzi, nativo di Alfonsine e sul palcoscenico era
presente anche un corpo ballo. Le scene furono ideate dal pittore
lughese Esodo Pratelli, cugino di Francesco Balilla Pratella, ed
eseguite dal professor Galli di Milano, dove furono realizzati anche
i costumi. L’impresa Giordani di Bologna si accollò l’onere
dell’opera, con un sostanzioso contributo ricevuto
dall’Amministrazione Comunale di Lugo.

Nel
complesso la stagione fu un vero trionfo; il grandissimo successo di
pubblico portò l’impresario ad aggiungere tre serate alle 11
previste: l’ultima recita si svolse il 26 settembre 1920. Cento
anni dopo quell’ultima recita,
sabato
26 settembre prossimo

alle 11, verrà inaugurata nella biblioteca “Fabrizio Trisi” di
Lugo una mostra proprio su “L’Aviatore Dro”. Per l’occasione
saranno esposte lettere, manoscritti, spartiti autografi, bozzetti
scenografici e altri materiali documentari conservati nel Fondo
Pratella della Trisi, alla Fondazione Conti di Fiesole (Fi) e presso
privati.

L’Opera
di Pratella ha avuto una seconda rappresentazione scenica al Teatro
Rossini nel 1996, l’allora direttore di produzione era il lughese
Antonio Taglioni, direttore dell’orchestra Giannandrea Gavazzeni, con
scene, costumi e regia di Sylvano Bussotti.

Un compleanno che cade in un momento buio, lungo, molto lungo, del nostro teatro.

ana

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