Il piano dell’Ausl
Al
fine di garantire la risposta più adeguata possibile alle persone che
contraggono l’infezione da Covid 19, anche in relazione all’avvicinarsi
dell’autunno-inverno e all’influenza stagionale, il Collegio di Direzione
dell’Ausl Romagna, su proposta della Direzione Generale, ha approvato un piano
predisposto da un gruppo di professionisti (clinici, di sanità pubblica e di
direzione medica).
Si tratta del Piano organizzativo dinamico per la gestione
dei posti letto ospedalieri e contempla tre step organizzativi successivi
finalizzati ad ampliare il numero di posti letto in grado di ospitare pazienti
covid ed a minimizzare per quanto possibile, il rischio di interruzione delle
attività routinarie negli ospedali e gli spostamenti evitabili di pazienti.
A questo proposito il piano prevede, ed è in atto, un monitoraggio costante e
continuo dell’occupazione dei posti letto, per valutare il momento in cui
passare da un livello a quello successivo.
Allo
stadio attuale la situazione si colloca all’interno del primo livello, il più
basso, ma se proseguirà l’attuale trend dei contagi e dei ricoveri si sarà
molto presto nella condizione di passare al livello immediatamente superiore.
Si sta infatti verificando nelle ultime settimane un aumento, sebbene
contenuto, delle positività all’infezione e conseguentemente è aumentato anche
il numero di persone ricoverate. Più precisamente la scorsa settimana, a fronte
di circa 15.000 tamponi eseguiti si sono registrati
circa 300 nuovi casi e attualmente sono ricoverate 54 persone di cui 9
necessitano della terapia intensiva.
Il secondo livello si caratterizza per l’individuazione di
ulteriori posti letto nelle aree internistiche e per l’attivazione di posti in
aree sub-intensive ed intensive, da dedicare a pazienti covid, a seconda
dell’intensità di cura necessaria.
Il numero complessivo di posti letto
dedicati in questo livello è di 311 suddivisi in 83 per l’ambito territoriale
di Ravenna, 61 per Forlì, 47 per Cesena e 120 per Rimini, che tra l’altro
ospita il polo
intensivistico inaugurato in giugno, che servirà non solo l’intera Romagna, ma,
in caso di necessità, ospiterà anche pazienti di altri territori. Va infatti
rimarcato che le strutture sono utilizzate tutte per dislocare i pazienti
romagnoli a seconda delle esigenze epidemiologiche.
Il
Piano prevede ulteriori variazioni logistiche ed organizzative qualora i
ricoveri dovessero ulteriormente innalzarsi e si arrivasse al terzo livello, e
naturalmente si affianca a misure organizzative da intraprendersi anche a
livello di Medicina territoriale, finalizzate a contenere il più possibile la
“pressione” nei confronti della rete ospedaliera.
Le varie realtà territoriali si stanno inoltre
organizzando con piani per rispondere ai bisogni della popolazione non
autosufficiente che risulti covid positiva, sia attraverso spazi nelle Case
Residenza per Anziani, sia attraverso la ricerca e l’individuazione di luoghi
dedicati in attuazione di quanto le disposizioni regionali definiscono.
Si
coglie infine l’occasione per raccomandare il mantenimento delle ormai note
buone pratiche che ognuno può mettere in atto per contrastare il rischio di
contagio, che sono a loro volta fondamentali per limitare il più possibile
nuove ondate di infezione.