La Camera di Commercio lavora a pieno regime

Nonostante il commissariamento

Camera
di commercio operativa e al servizio del territorio, nonostante
l’articolo 61 del DL Agosto abbia paradossalmente sancito, dal 14
settembre scorso, il commissariamento dei suoi Organi solo perché la
provincia di Ravenna conta meno di 75.000 imprese iscritte.


Servizi a
regime e in presenza, dunque, e mai sospesi nemmeno durante il
periodo di lockdown per tutti quegli imprenditori che, in particolare
nell’attuale fase di emergenza sanitaria ed economica, necessitano
di assistenza e di un primo orientamento per ripartire e consolidare
le proprie attività, in Italia e all’estero.

Dal
mese di marzo ad oggi, 2.648 le pratiche perfezionate dal Registro
delle imprese, 1.874 le firme digitali rilasciate e 471 le carte
tachigrafiche consegnate
.
A pieno ritmo, inoltre, i servizi di mediazione (60 gli incontri
gestiti), con una media di 3 riunioni al

giorno, il rilascio di autorizzazioni (taxi, NCC, agenti d’affari in
mediazione,….) ed i sopralluoghi (14) condotti dall’Ufficio
Metrico a tutela dei consumatori e di tutte quelle imprese
quotidianamente bersagliate da concorrenza sleale e da fenomeni di
illegalità.
Di
nuovo fruibili, infine, anche le sale e le vetrine della Camera di
commercio, da sempre importanti luoghi di approfondimento e di
confronto sui temi dell’economia, nel pieno rispetto delle norme
anticontagio.

Quasi
6 imprese ravennati su 10 con difficoltà di liquidità (migliori
performance per quelle che operano stabilmente sui mercati
internazionali e quelle con strategie avanzate e integrate di
digitalizzazione)
.
Sono circa il 58% del totale le imprese ravennati che prevedono di
avere problemi di liquidità nei prossimi mesi e poco meno del 40%
quelle alle quali invece si prospetta un futuro meno difficoltoso sul
versante finanziario. La crisi di domanda che si è innescata con la
pandemia Covid-19 e il clima di incertezza sui tempi del recupero,
legato anche alle diffuse criticità sui mercati globali, fanno
temere a molte imprese della nostra provincia di non poter generare i
flussi di cassa necessari a garantire l’ordinaria operatività
aziendale. 

E’ quanto risulta da un approfondimento condotto
dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Ravenna su dati
Unioncamere per valutare le prospettive occupazionali a seguito
dell’emergenza Coronavirus.
Le
imprese che si sono presentate di fronte allo shock generato dalla
pandemia operando stabilmente sui mercati internazionali e quelle con
strategie avanzate e integrate di digitalizzazione mostrano una
solidità finanziaria relativamente maggiore.

Al
contrario – fa sapere la Camera di commercio – soffrono
maggiormente le micro imprese (1-9 dipendenti), per le quali
raggiunge circa il 60% la quota di quante segnalano un insufficiente
livello di liquidità. Una situazione che migliora sensibilmente al
crescere della dimensione di impresa. 

La ristorazione e i servizi
legati alla filiera del turismo rappresentano il settore più colpito
dagli effetti della carenza di liquidità (segnalata da oltre il 70%
delle imprese), dal momento che segmenti importanti del comparto,
come quello legato alle presenze straniere nelle città d’arte,
hanno ripreso solo molto marginalmente. Problemi di liquidità
superiori alla media del comparto terziario anche per gli altri
servizi alle persone (che comprendono anche le attività ricreative,
culturali e sportive) e per l’istruzione e la formazione private.

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