Di Tiziano Conti
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Riscoprire il valore
della fiducia per sviluppare positivamente la convivenza sociale
La storia ci insegna che
nei regimi, nelle società poco trasparenti, la verità è imposta da
chi detiene il potere e metterla in dubbio è sempre stato molto
rischioso.
Il concetto moderno di
democrazia si è sviluppato proprio sulla capacità dello Stato di
garantire un “clima generale” che fosse oggetto di condivisione e
di possibile verifica, cioè il più possibile “oggettivo”.
Uno degli elementi che
distingue una società democratica, aperta, da una che non lo è, è
proprio la pluralità dell’informazione e la possibilità di
controllo sulla raccolta pubblica dei dati, l’uso della scienza
come terreno verificabile di produzione di oggettività condivisa.
Questo fa sì che in una
società libera la fiducia verso le Istituzioni sia potenzialmente
molto più alta e maggiore l’autorevolezza potenziale dei leader:
il motore più potente è la fiducia e non la paura.
Nella storia
dell’evoluzione un salto fondamentale c’è stato quando si sono
create le condizioni per la fiducia reciproca: da qui l’andare a
caccia in gruppo nella preistoria, la nascita dell’agricoltura e
dei primi villaggi, le prime società e lo sviluppo della cultura. La
nascita delle società commerciali, che ha portato alle democrazie
moderne, è stata resa possibile da regole che hanno garantito la
fiducia reciproca e sanzioni chiare per chi trasgrediva.
Questo vale anche per le
persone: gli studi psicologici sull’infanzia ci dicono che un clima
familiare sereno – non perfetto ma capace di gestire positivamente le
tensioni ed i conflitti – crea una base di fiducia nel bambino, verso
se stesso, i suoi genitori (o chi se ne prende cura) e verso la vita
in genere.
Questa “capacità di
fiducia” è la base della capacità collettiva, in questo periodo
di pandemia, di gestire i comportamenti sociali sviluppata in Italia,
di cui tanto si parla positivamente in molti paesi del mondo. La
fiducia è la risposta psicologica e sociale a questa condizione. Del
resto la società, l’economia, i rapporti interpersonali, la stessa
salute, si basano sulla possibilità di avere fiducia.
Per fare un esempio
attuale, se durante la pandemia non possiamo fidarci delle fonti
pubbliche o queste fonti sono troppo confuse saremo portati a non
seguire le indicazioni. Molti leader politici, pure all’interno di
sistemi democratici come Stati Uniti, Gran Bretagna, Brasile, hanno
adottato strategie che prevedono la messa in dubbio di elementi di
oggettività condivisa in misura mai vista prima, per quantità e
radicalità.
E la realtà dei social
dà a questa strategia una cassa di risonanza mai esistita prima,
quando le notizie viaggiavano su una informazione professionale.
Questa è una grande minaccia non solo alla democrazia ma anche alla
convivenza sociale e al benessere collettivo. È sintomatico che
proprio negli USA, di fronte alla pandemia, molti abbiano acquistato
armi da fuoco, la violenza sia cresciuta e così il disagio
psicologico (depressione dall’8,5% al 27,8% della popolazione).
È necessario che tutti
capiscano che la fiducia è un ingrediente prezioso che deve essere
preservato, che è la base di ogni accordo ma anche di ogni conflitto
non distruttivo: possiamo discutere e confrontarci solo se c’è un
terreno comune su cui poterlo fare.
Tiziano Conti