diRoberto Drei
Nel corso dei secoli Lugo ha dato i natali a molti concittadini che operando nei vari campi della cultura, della scienza e compiendo gesta di grande valore militare, hanno fatto conoscere il nome della nostra città in Italia e all’estero.
Nomi come quello di Francesco Baracca, Giuseppe Compagnoni ed Agostino Codazzi, solo per citarne alcuni fra i più noti, hanno lasciato un’impronta profonda nella storia di Lugo.
Sulla figura di Giuseppe Compagnoni, nato a Lugo il 3 marzo del 1754 e padre del tricolore italiano, Norino Cani e Pietro Compagni, due autorevoli e conosciuti studiosi della storia locale, hanno lanciato l’idea di istituire, a Lugo, un Museo del Tricolore.
Su il Resto del Carlino del primo ottobre i due studiosi spiegano, in un intervista rilasciata a Lorenza Montanari, l’importanza di realizzare a Lugo, preferibilmente in un edificio di proprietà comunale, il Museo del Tricolore dove collocare la collezione, da loro prodotta e curata, delle 200 bandiere dedicate alla storia del Tricolore italiano.
Un Museo dove potrebbero essere inserito, inoltre, il materiale inerente il contributo notevole che numerosi lughesi hanno dato al Risorgimento italiano.
Basti solo ricordare, a tale proposito, che due lughesi, Silvestro Gherardi e Giacomo Maria Manzoni, furono chiamati a ricoprire la carica di ministro nella Repubblica Romana del 1849.
Dunque una interessante opportunità, offerta dai due studiosi alla amministrazione comunale e da cogliere per restituire a Lugo ed ai lughesi la memoria della figura di Giuseppe Compagnoni, da anni appannaggio pressoché esclusivo delle iniziative che il comune di Reggio-Emilia tributa al nostro illustre concittadino.
Da notare che un apprezzamento alla idea lanciata da Cani e Compagni è stato poi espresso da Antonio Patuelli che in un articolo pubblicato su il Resto del Carlino del 2 ottobre ricordava come la realizzazione di un Museo del Tricolore, a Lugo, “potrebbe essere complementare con il Museo di Byron e del Risorgimento italiano che aprirà a Ravenna”.
Nell’ambito del dibattito apertosi diventa dunque fondamentale, nonché dirimente, la risposta che l’Amministrazione comunale intende dare sulla proposta avanzata dai due studiosi.
Sempre su il Resto del Carlino del 2 ottobre scorso, l’assessore alla Cultura del comune di Lugo dichiarava: “La mia idea sarebbe quella di non scorporare il tema del Tricolore per farne un museo a sé stante, ma di dare vita a un Museo della Città che comprenda anche un settore dedicato al tricolore”.
Una dichiarazione che, seppure tardiva, ha sorpreso il sottoscritto, il quale insieme ai consiglieri del gruppo per la Buona Politica (Verlicchi, Pelloni, Bolognesi), il 6 ottobre del 2015 presentò una interpellanza al sindaco nella quale si motivava l’esigenza di individuare, a Lugo, un luogo dove rendere omaggio alla memoria dei lughesi illustri perché, scrivevamo nella interpellanza: “il loro ricordo rischia di appannarsi, se non ravvivato con iniziative che conducano alla costruzione di un percorso permanente di “memoria collettiva”, promosso e coordinato dalla pubblica Amministrazione lughese e realizzato con il supporto di persone ed Associazioni, presenti nella nostra città ed in grado di contribuire a tale progetto.
Da allora sono passati ben cinque anni, durante i quali la richiesta avanzata dal gruppo per la Buona Politica è rimasta lettera morta e nulla è stato fatto non dico per accogliere la proposta a suo tempo contenuta nell’interpellanza, ma neppure per aprire un confronto ed una discussione di merito.
Prendiamo pertanto atto con favore che oggi, seppure dopo cinque anni, sia stato espresso un orientamento favorevole per l’istituzione di un Museo della Città, tuttavia considerati i “tempi di maturazione” necessari all’assessore alla Cultura del nostro Comune per esprimersi sui problemi sottoposti alla sua attenzione, ci auguriamo che non debbano passare altri cinque anni, prima di vedere realizzato il Museo della Città.
Roberto Drei