Riceviamo e pubblichiamo
Sulla scorta di risultanze probatorie acquisite nel corso di una articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Ravenna – dr. Alessandro Mancini, Procuratore e dr.ssa Angela Scorza, Sost. Proc. – e condotta nel corso del 2019 dalla Polizia di Stato (D.I.G.O.S.), il GIP presso il Tribunale di Ravenna, dr. Andrea Galanti, su richiesta avanzata dalla Procura, ha emesso ordinanza applicativa della misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio nei confronti di otto persone, figure apicali operanti nell’ambito del Consorzio di Bonifica Romagna Occidentale di Lugo.
I
periodi di sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio variano,
a seconda della posizione degli indagati, dai dodici ai sette mesi.
Le
indagini della citata Procura ravennate, scaturite da una iniziale
fonte confidenziale che agli inizi del 2019 aveva tinteggiato una
situazione della gestione interna del Consorzio caratterizzata da
numerose e ripetute condotte illecite, hanno permesso di ricostruire,
attraverso le numerose attività investigative poste in essere dagli
agenti della D.I.G.O.S., un sistema diffuso del ‘malaffare’ tra
diverse figure direttive del Consorzio.
L’utilizzo
improprio dell’auto di servizio per attendere a scopi personali
quali l’andare a giocare a carte con gli amici al circolo o al
supermercato per fare la spesa, l’allontanamento sistematico dal
posto di lavoro durante l’orario di servizio e la falsa
attestazione di ore di lavoro straordinario in realtà non prestate
sono le azioni più frequentemente accertate dagli investigatori.
A
queste, poi, si aggiunge la creazione di un vero e proprio ‘sistema’
illecito di rimborsi chilometrici per conseguire, di fatto, una
indebita integrazione stipendiale, in base al quale alcuni capi
reparto, assegnatari di auto di servizio, falsamente attestavano di
aver utilizzato la propria auto privata
per motivi di lavoro, chiedendo in seguito un rimborso spese per i
chilometri percorsi (ed in realtà non effettuati).
Alla
luce di quanto accertato nel corso dei mesi di indagine, oggi è
stata data esecuzione alle misure cautelari sopra indicate nei
confronti dei dipendenti del citato Consorzio, che risultano allo
stato indagati dalla Procura della Repubblica di Ravenna per i reati
di peculato, truffa ai danni dello Stato e falsità ideologica
commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici aggravata.