Misure inutilmente dannose per l’economia

No dell’Ascom alla chiusura alle 18 

Le
misure in vigore come risposta del
governo per mettere un freno al progredire della pandemia, sono
ingiustificatamente penalizzanti di una serie di categorie economiche
e si rileveranno inefficaci”, è quanto sostiene il Presidente di
Confcommercio Ascom Lugo Fausto Mazzotti.

Si
dispone una chiusura totale per attività ove il rispetto dei
protocolli anti Covid era ampiamente collaudato e lo scaglionamento
fra gli utenti in entrata ed uscita garantito.

La
fissazione alle 18 della chiusura dei locali pubblici, bar,
ristoranti e pasticcerie e gelaterie è un provvedimento che per
alcuni comporterà la conseguente, non evitabile, decisione di
chiudere del tutto.

I
ristoranti avevano appena riconfigurato il locale in ragione dei
contenuti del precedente DPCM e ora dovrebbero riconvertirsi tutti
per il solo, per molti improbabile o impossibile, servizio di
mezzogiorno.”

Certo,
nei limiti del possibile, – prosegue Mazzotti – si potrà puntare
sulla ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme
igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di
trasporto, nonché fino alle ore 24 la ristorazione con asporto”.

Per
il Presidente di Confcommercio occorre, in ogni caso, “che arrivino
prontamente i ristori economici per le categorie economiche
penalizzate da queste misure ingiustificatamente ed inutilmente
restrittive dell’attività economica, causate dall’incapacità
del non aver saputo agire in modo mirato su specifiche e note
situazioni che coi pubblici esercizi non hanno nulla a che fare”.

Al
Presidente Mazzotti si aggiunge il Direttore di Confcommercio Luca
Massaccesi, per il quale “si doveva puntare, sin dalle settimane
scorse, su misure più concentrate sull’aspetto della
responsabilità individuale delle persone e sulla ri-fasatura dei
tempi di vita delle città, incentivando sia la formazione a distanza
nelle scuole sia il lavoro agile, per allentare la pressione sul
sistema dei trasporti nelle ore di punta e tenere così sotto
controllo l’andamento del contagio”.

Altro
aspetto – conclude Massaccesi – è che questa è una misura che
spara nel mucchio, che non tiene conto di un andamento epidemiologico
più favorevole di un territorio rispetto agli altri – e per la
Bassa Romagna è certamente così – con buona pace per le misure
“mirate” di cui finora si è sempre solo favoleggiato; quindi,
Signori Sindaci della Bassa Romagna se ci siete battete un colpo
insieme a noi”.

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