Riceviamo dal PD e pubblichiamo
Ieri era la Giornata europea per la parità retributiva, che segna il giorno in
cui le donne iniziano a “lavorare gratis” rispetto agli uomini.
Nell’Unione
Europea le donne guadagnano in media il 16% in meno degli uomini. Ciò
significa che oggi, a causa del divario salariale, gli uomini hanno già
guadagnato quello che le donne guadagneranno solo al termine di un
intero anno di lavoro.
“Penso che sia nostro dovere, come politici e amministratori – ha detto il segretario del PD Alessandro Barattoni – predisporre tutte le misure possibili per colmare il divario di genere nel mercato del lavoro.
È
un problema attuale che impatta in maniera incisiva nella realtà
economica del nostro Paese e del nostro territorio. Le donne sono il 50%
della popolazione ma partecipano alla creazione del PIL per il 37%, una
mancata generazione di reddito che diventa un costo per la società e
accompagna le donne italiane anche durante il periodo pensionistico come
evidenziato dall’INPS pochi giorni fa.
Conferire
parità lavorativa alle donne non è solo un obbligo morale ma un
evidente progresso in termini economici, aiuterebbe a rilanciare la
crescita, ad aumentare il reddito complessivo pro capite, a combattere
la povertà e ridurre le disuguaglianze.
L’emergenza
sanitaria e sociale che stiamo vivendo ha reso ancora più evidenti e
insopportabili questa situazione. La nuova ondata di contagi, la
necessità di nuove chiusure per salvaguardare la salute di tutti,
potrebbero portare altre donne ad abbandonare il proprio lavoro. Per
questo l’uguaglianza di genere deve essere obiettivo centrale nelle
politiche di sostegno alla popolazione e nella programmazione delle
risorse del Recovery Fund.
La Regione
Emilia-Romagna e le nostre amministrazioni locali agiscono su più
fronti per incentivare l’occupazione femminile, la conciliazione dei
tempi di vita e lavoro e la condivisione delle responsabilità di cura
tra donne e uomini. Vengono messe in campo azioni a supporto
dell’imprenditoria femminile, per migliorare la qualità del lavoro delle
donne con una particolare attenzione alle donne in situazione di
fragilità sociale e di povertà, ma anche le politiche per favorire una
maggior partecipazione delle ragazze a percorsi tecnici, tecnologici e
scientifici per rafforzare la presenza femminile nei settori innovativi
dell’economia e contrastare la segregazione occupazionale.
Credo
però che non sia ancora abbastanza, la battaglia per la parità di
genere passa innanzitutto dalla parità retributiva. Il nostro partito
deve mettere al centro delle proprie azioni questo obiettivo
improrogabile.”
Veronica Balbi
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