Un bagnacavallese a Aukland:
Francesco Longanesi Cattani
Valeria Giordani
Non sono pochi gli appassionati di vela che hanno seguito in TV alle 4 del mattino (dato il diverso fuso orario) le regate che hanno visto protagonista la barca italiana Luna Rossa; fino alle prime luci di domenica mattina, quando Luna Rossa ha ottenuto una schiacciante vittoria 7 a 1 nientemeno che sull’equipaggio inglese, forte della sua tradizione di superiorità sui mari e della vittoria del titolo per 130 anni. Da sottolineare questa strepitosa vittoria della barca italiana, che ha battuto tanto clamorosamente avversari dal prestigio così importante: per intendersi, hanno battuto 7 a 1 l’equipaggio che ha per skipper Ben Ainslie, il velista più vincente della storia (4 ori e 1 argento olimpionici), che il ha ricevuto in patria il titolo di Sir ‘per servizi allo yachting’.
Da aggiungere il clima di competizione rabbiosa a cui sono arrivati gli inglesi stupefatti dall’ascesa inarrestabile di Luna Rossa: “lLe hanno tentate tutte” raccontano gli osservatori, dalle scorrettezze all’ostilità espressa con provocazioni e insulti verso gli italiani e l’Italia. Quando Luna Rossa si è manifestata in vantaggio e difficile da battere, hanno tentato perfino una sosta nel calendario delle regate (allo scopo di riorganizzarsi) accampando motivazioni di contrasto al Covid.
Da cui il commento di membri dell’equpaggio, sentito nelle registrazioni a bordo, una volta tagliato il traguardo: “Eh che ca….(volo…)..Siamo italiani!“
Commento liberatorio e quanto mai gradito al nostro orgoglio nazionale, oggi così provato.
Ma c’è un altro particolare nelle immagini dei servizi televisivi e nelle fotografie, da mettere a fuoco: la premiazione. C’è un signore in maglietta gialla, che spicca sulle tute scure dell’equipaggio che lo circonda: brandisce sopra la testa la gigantesca Prada Cup, si espone alle fotografie, e la consegna ai vincitori. Chi è il rappresentante di Prada che premia?
L’uomo in maglietta gialla che solleva la coppa
Non è l’A.D. del gruppo Prada Patrizio Bertelli, che difficilmente sarebbe potuto essere presente dovendo osservare come tutti i visitatori in Nuova Zelanda la quarantena imposta dal Covid e da misure piuttosto rigide., quindi una lunga assenza dall’attività. E’ invece Francesco Longanesi Cattani, bagnacavallese ‘lontano’, A Bagnacavallo è conosciuto perchè, pur avendo casa e famiglia a Milano, quando non è dall’altra parte del mondo non si fa mancare trasferte anche settimanali (o meglio fine settimanali) nel palazzo d’origine della famiglia Longanesi Cattani, palazzo al quale rivolge puntuale cura e manutenzione. Francesco Longanesi Cattani è a Aukland da mesi, in quanto rappresentante di Prada.E’ direttore delle relazioni esterne del Gruppo Prada da 18 anni; si era già occupato della comunicazione di Luna Rossa e oggi è responsabile della comunicazione del Challenger of Record 36, il sindacato che ha lanciato la sfida ai detentori neozelandesi e che organizza la Prada Cup (già Louis Vuitton Cup). Adesso andranno a sfidare (dal 6 al 15 marzo, sempre nel golfo di Hauraki) i detentori del titolo America’s cup, ovvero l’ Emirates Team New Zealand.
Francesco Longanesi Cattani
Franceso ha 68 anni, e ha sempre affiancato l’attiità professionale con una passione che non è solo sportiva ma proprio espressione di un’identità; qualcosa che sta nel Dna familiare. Il padre infatti, l’Ammiraglio Angelo Luigi Longanesi Cattani (nato a Bagnacavallo il 4 maggio 1908), ha ricoperto i ruoli più importanti nella Marina militare italiana, dopo essere stato asso e Comandante sommergibilista (pluridecorato) negli scenari più gloriosi della II Guerra Mondiale. Nella sua biografia spicca un capitolo che parla di fedeltà al dovere al punto di seguire volontariamente la famiglia di Aimone di Savoia-Aosta (la moglie Anna d’Orleans con il piccolo Amedeo di Savoia-Aosta in fasce, e la cognata Irene di Grecia, incinta) nella detenzione (vendicativa) dei nazisti nel campo di concentramento di Hirchegg in Austria, allo scopo di proteggerli personalmente. Per celebrare Longanesi Cattani nel centenario, venne al molo di Marina di Ravenna nel 2008 il veliero-simbolo e nave-scuola della Marina militare italiana, l’Amerigo Vespucci.
Caso non frequente di vocazione marinara in una famiglia antica e decisamente espressa da terra basso-romagnola (“I Longanesi Cattani sono sul territorio bagnacavallese dal 1300” ricorda lo stesso Francesco). Infatti, sono originari di Traversara, dove il bisnonno fu affrontato in strada e derubato dal Passatore…e questo è quasi un DOCG romagnolo.
Da ricordare anche una certa tradizione marinara lughese, con una Associazione Marinai d’Italia, nonostante Lugo non sia una città di mare.
E’ stato il padre -racconta lo stesso Francesco-a metterlo sulla prima barca a vela, a 5 anni, e a imprimergli i valori della vita. Il mare ha dominato anche nella sua formazione, con la Scuola navale militare Morosini a Venezia, un anno di Accademia navale a Livorno, il grado di ufficiale di complemento in Marina, crociera sulla Amerigo Vespucci, studi di Giurisprudenza a Bologna.
Nella sua biografia, non solo regate avventurose: è stato anche reporter (Vogue o Uomo Mare Vogue), e per 6 anni stretto collaboratore e uomo delle relazioni del Principe Ranieri di Monaco.
Un connotato familiare
Il mare scorre nelle vene di tutta la famiglia, se è vero che la sorella di Francesco, Giulia (che ha una casa adiacente al palazzo, a Bagnacavallo, e che non si fa mancare fin dall’adolescenza la Festa di S.Michele- ne scrivevamo nel settembre 2019 su PavaglioneLugo) passa una parte dell’anno a veleggiare per il Pacifico con altri due appassionati, racconta di sentirsi veramente nel suo elemento quando non vede più la terra all’orizzonte e comincia il faccia a faccia con il mare. Infine, il terzo dei fratelli, Roberto, è un importante avvocato marittimista a Venezia.
Quando gli chiedono di dov’è, Francesco (come faceva l’Ammiraglio), si definisce bagnacavallese.
La moglie è spagnola, la coppia vive con una figlia a Milano, i nipoti -figli di Giulia- sono a Roma e a Bruxelles, Roberto è a Venezia. Una famiglia disseminata lontano, la cui tradizione gravita però sui ritorni a Bagnacavallo. Il palazzo di via Mazzini sarà il porto in cui Francesco tornerà quando possibile, magari a rinnovare allegre tavolate dell’equipaggio di Luna Rossa (tra cui quattro ravennati e un cervese), per festeggiare le imprese a Aukland.
Avanti, Luna rossa!
Le dichiarazioni del team “daremo del filo da torcere anche ai detentori del titolo, dovranno passarci sopra per batterci” e un bagnacavallese a Aukland….sono due ottimi motivi per sollevare il tifo, alle regate finali dell’America’s Cup, previste dal 6 al 16 marzo.
21.02.2021 Valeria Giordani