di Angelo Ravaglia
Il professor Enrico Letta ha esordito con una gaffe nel suo nuovo incarico di segretario PD sulla delicata, divisiva questione immigrazione e cittadinanza come dimostra l’eco avuto sulla stampa.
Ha riesumato l’espressione ius soli invece di ius culturae rinfocolando polemiche appena sopite: il suolo richiama gli automatismi nel concedere la cittadinanza a chi nasce nel territorio degli Usa.
Lo ius culturae, invece, implica oltre alla permanenza sul suolo italiano, il percorso scolastico come basilare per l’integrazione sociale dei minorenni stranieri e la conoscenza della lingua e della storia italiana per gli adulti immigrati, indispensabili per la nostra economia, come è richiesto in altri stati europei.
In proposito si era sviluppato tempo fa uno strumentale dibattito alimentato dalla destra con la bocciatura in Parlamento del progetto di legge a nome ius soli dopo la prima approvazione.
Si dava per acquisita in seguito a ciò, la nuova dizione ius culturae, evidentemente sfuggita a Letta impegnato negli ultimi tempi ad insegnare in Francia.
Come dicevano i Latini e il professore ben lo sa: nomina sunt consequentia rerum (i nomi sono conseguenti alle cose).
Non avrà convinto in ogni caso la destra, ma avrà le offerto qualche argomento in meno
ANGELO RAVAGLIA