Oggi, in un momento in cui l’economia sta lanciando una sfida al mondo globale, nel quale è entrato in crisi l’equilibrio in cui il progredire della “classe media” avrebbe garantito il crescere del benessere per tutti, in cui pochi ricchi stanno accumulando ancor più risorse e molti stanno arretrando nella scala sociale, il messaggio di Genovesi risulta ancor più attuale che nel 700.
Quando in una nazione vacillano i fondamenti della fede etica, neppure quelli dell’economia e della politica possono stare saldi. Il ruolo chiave nello sviluppo economico e sociale di un paese l’hanno, pertanto, le virtù civili dei cittadini, sia come singoli, sia come associati.
Così la fede pubblica è per la tradizione dell’economia civile la prima risorsa anche per lo sviluppo economico. Senza la coltivazione della fede pubblica i mercati non si sviluppano e l’economia resta ferma.
Genovesi scrisse: “Questa parola, fides, significa “corda” che lega e unisce. La fede pubblica è dunque quel vincolo delle famiglie unite in vita compagnevole”.
Il Covid, il Recovery Fund, i giovani, con prospettive deboli: ci sentiamo dentro questa corda che ci tiene tutti legati?
TIZIANO CONTI