La bellezza che cura. All’hospice di Lugo le opere di Rita Mangano

Anche la bellezza può curare il dolore. Per questo, lo scorso 29 giugno, all’hospice di Lugo Benedetta Corelli Grappadelli sono stati inaugurati i nuovi pannelli dell’artista e arteterapeuta Rita Mangano, che da 40 anni lavora negli ospedali con progetti di questo tipo. I pannelli vanno ad abbellire la struttura lughese deputata a somministrare le cure palliative ai pazienti che affrontano le fasi più critiche di un percorso di malattia. Il progetto, reso possibile grazie alla collaborazione tra Istituto Oncologico Romagnolo e Bcc Ravennate, Forlivese e Imolese, rappresenta un ulteriore passo avanti verso una sempre maggiore umanizzazione delle terapie e dei luoghi di cura. In questo caso i pannelli sono stati installati nella Stanza del silenzio, luogo pensato affinché gli ospiti, i loro familiari ma anche medici, infermieri e operatori possano godere di attimi di pace, tranquillità, serenità. Durante la cerimonia è stata la stessa Mangano a spiegare il senso delle sue opere: «I soggetti ritraggono fiori e piante realizzati con colori pastello saturi: ritengo che non ci sia cosa che più contribuisca alla serenità della sensazione di immergersi in un contesto naturale nel pieno di una stagione primaverile o estiva, pur essendo all’interno delle mura di un hospice. Questo lavoro ha avuto un significato ancor più profondo a livello personale: nel settembre scorso ho perso mio padre proprio all’interno di una struttura come questa. Quando è stato il momento di dargli il definitivo saluto mi sono trovata in una stanza che mi ha dato cattive sensazioni e che ha contribuito ad aggiungere disagio a un momento già particolarmente difficile. Solo due giorni dopo ho ricevuto la telefonata dello Ior, quindi ritengo ci sia un filo rosso molto importante tra la mia perdita e queste opere. È stato bello aver avuto la possibilità di realizzare quello che avrei voluto vedere all’interno della stanza in cui ho dato l’addio a mio padre».
«Con queste opere aggiungiamo un ulteriore tassello alla bellezza dell’hospice di Lugo, a cui Rita Mangano aveva già contribuito al momento dell’apertura della struttura nel 2008 – ha sottolineato nel corso della cerimonia Luigi Montanari, direttore della Dipartimentale di Cure palliative del territorio di Ravenna -. Un posto bello contribuisce a far sentire i pazienti, i familiari ma anche gli operatori stessi più accolti, affinché possano affrontare le difficoltà cui vanno incontro con maggiore serenità. Riteniamo importante che la bellezza entri a far parte della cura della persona, per servizi sempre migliori e più legati alla sfera dell’essere umano con tutti i suoi bisogni, speranze e desideri».
«Spesso – ha aggiunto Fabrizio Miserocchi, direttore generale dello Ior – diciamo che il tumore è una patologia che colpisce l’intero sistema famiglia di chi riceve una diagnosi di cancro, ripercuotendosi anche sull’esistenza dei suoi affetti. Ebbene, questo è ancora più vero per quelle persone per cui la guarigione non è più un obiettivo perseguibile. È importante dunque mettere nelle condizioni migliori i pazienti e i loro cari di vivere momenti di spiritualità, di introspezione e di riflessione in ambienti consoni e adatti allo scopo. Lo Ior, grazie anche alle voci di quei volontari che prestano la propria opera al fianco di chi soffre, sa quanto sia importante che gli ospedali e le strutture del territorio offrano spazi belli e accoglienti alle persone che vi si recano».


Courtesy of Il Nuovo Diario Messaggero

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