Addio a don Pietro Mongardi, per 46 anni parroco di Conselice

a Diocesi di Imola dice addio a monsignor Pietro Mongardi, parroco dal 1962 al 2008 a Conselice e successivamente parroco emerito nonché decano per data di ordinazione del clero della diocesi imolese.
Solo pochi mesi fa don Pietro aveva tagliato un duplice, importante traguardo: i 93 anni di vita e il 70° anniversario dell’ordinazione sacerdotale, ricevuta nel 1952. Nel comune della Bassa Romagna arrivò dieci anni dopo, nel 1962, da sacerdote inesperto (prima un incarico da vicerettore in seminario a Monte del Re) e raccogliendo la non facile eredità di monsignor Francesco Gianstefani, altro sacerdote che ha fatto la storia recente della parrocchia e del paese. A nominarlo l’allora vescovo di Imola mons. Benigno Carrara, presente il giorno del suo ingresso in paese: «Veniva da Roma, dove aveva lasciato il Concilio Vaticano II per me – ricordava mons. Mongardi nell’intervista al nostro settimanale in occasione del 70° anniversario di ordinazione -. Mi voleva un gran bene e mi disse quel giorno: “Ora hai la tua casa, stai qui tutta la vita”». E così è stato.
Originario di Riolo Terme, mons. Mongardi era nato il 24 maggio del 1929. A dispetto dell’età, non era raro vedere don Pietro presentarsi la mattina al circolo parrocchiale di Conselice per prendere il caffè. «Arrivare a 90 anni è come fare tombola! È già tre anni che faccio tombola tutte le volte» scherzava in un’intervista al nostro settimanale in occasione del suo 93° compleanno. Monsignor Pietro Mongardi è stato inoltre presidente dell’Istituto sostentamento clero della Diocesi di Imola dal 1985 al 2016.
Nel maggio scorso, in occasione dei festeggiamenti per il suo 93° compleanno e per il 70° dell’ordinazione gli erano state consegnate le chiavi della città da parte del Comune. «Con la pazienza e la perseveranza che lo ha da sempre contraddistinto sin dal suo arrivo intrecciò delicati rapporti con l’amministrazione comunale – ricorda il municipio conselicese -, caratterizzando così la sua azione pastorale fino a renderlo una figura centrale nella vita pubblica di Conselice».