E’ accaduto in Spagna qualche settimana fa: nella zona di Pamplona si tiene un’importante gara di cross country e il keniano Abel Mutai, 24 anni, medaglia di bronzo nei 3000 siepi ai Giochi Olimpici di Londra, è in procinto di vincere la corsa. Mancano pochissimi metri, il keniano, che ha dominato la gara, rallenta in prossimità del traguardo credendo di essere arrivato, di aver finito la corsa. Al termine della curva era posizionato un arco gonfiabile, passato il quale l’atleta credeva di aver completato il proprio percorso previsto, mentre invece, ad attenderlo, vi erano ancora cento metri da percorrere sino all’arco successivo, quello dell’arrivo effettivo.
Ecco che arriva da dietro un altro concorrente, lo spagnolo Ivan Fernandez Anaya, il quale giunto praticamente a pochi centimetri dal suo avversario, invece di superarlo a pochi passi dal traguardo, lo incitava a riprendere a correre, indicandogli la linea d’arrivo e rallentando per transitare su di essa alle spalle di Mutai.
Abel Mutai – foto da Wikipedia
Un gesto riportato da tutte le pagine dei quotidiani spagnoli. “Io non meritavo di vincere – ha detto lo spagnolo – Ho fatto quello che dovevo fare. Lui era il legittimo vincitore”. L’atletica, si sa bene, è uno sport strettamente correlato con la prestazione e la posizione in una classifica finale. Si dice sempre che il nome del primo arrivato di un’Olimpiade rimane nella storia.
A fine gara un giornalista ha chiesto a Fernandez: “Ma perché hai lasciato vincere il Kenyano?”. Fernández, dopo averlo guardato negli occhi, gli ha risposto: “Non l’ho lasciato vincere, lui stava per vincere Ma quale sarebbe il merito della mia vittoria? Quale sarebbe l’onore di questa medaglia? Cosa penserebbe mia madre? Anche se mi avessero detto che la vittoria mi avrebbe garantito un posto nella squadra spagnola per i campionati europei, non l’avrei fatto.”
Un gesto davvero di grande spessore umano, che merita più che mai di essere definito “sportivo”, di quello sport che vorremmo sempre più praticato e vissuto, per farne “scuola di vita”.
Su Youtube è visibile il filmato dell’arrivo.
Tiziano Conti
Nella foto di copertina un fermo immagine del filmato di YouTube