La Giornata mondiale del malato, per stare vicini a chi soffre

Le parole di papa Francesco riassumono perfettamente il significato della Giornata mondiale del malato, che si terrà in tutto il mondo sabato 11 febbraio. «La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione – si legge nel messaggio scritto dal Santo Padre (qui il testo completo) -. Quando si cammina insieme, è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. È lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando: se è veramente un cammino insieme, o se si sta sulla stessa strada ma ciascuno per contro proprio». Quando una persona si ammala si sente distante da tutto ciò che lo circonda, per questo motivo una comunità sana deve star accanto al malato, per fargli capire che non è da solo. Durante la pandemia tutti sono stati costretti a stare lontani, specialmente chi era malato, e spesso i parenti non hanno potuto stare al fianco dei propri cari nel momento dell’ultimo saluto.
Una testimonianza importante proviene da suor Elisabetta Cangini, delle Figlie di San Francesco di Sales, che ora torna negli ospedali accanto agli ammalati. «Dopo una lunga pausa provavo incertezza e timore – racconta al nostro settimanale -. Ma da subito ho compreso l’importanza di aprire il mio cuore e ho incontrato tanta bellezza di lavorare nel campo della carità. Il tempo in compagnia di queste persone diventa tempo d’amore che si fa dono, comunità, ricca di tanta umanità e di esperienza».
Sabato 11, per la Giornata mondiale del malato, anche in Diocesi di Imola non mancheranno le iniziative dedicate. Due momenti di preghiera e riflessione a Imola e Lugo, uno nella cattedrale di San Cassiano, l’altro al santuario della Beata Vergine del Molino. Alle 15 ci sarà l’accoglienza dei malati e alle 15.30 si svolgerà la solenne liturgia eucaristica presieduta a Imola dal vescovo Giovanni Mosciatti, a Lugo dal vicario padre Gian Domenico Meloni. Seguirà, in entrambe le sedi, il momento della Liturgia della Luce. Un momento aperto a malati e anziani, sacerdoti, religiosi, cappellani degli ospedali e delle case di risposo, medici, operatori sanitari, volontari delle varie associazioni e fedeli tutti.


Courtesy of Il Nuovo Diario Messaggero

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