Un grande grazie alla giornalista Valeria Giordani

Come scriveva il compianto dott. Arrigo Antonellini, fondatore di questa testata, RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO.

La giornalista Valeria Giordani ci ha inviato questo intenso ricordo di una persona speciale, Alberto Longanesi: con una modalità generosa e disinteressata ci ha fatto dono di un suo scritto, preparato per giornali cartacei e on line ben più famosi di noi. Una firma molto conosciuta e apprezzata, che con questo gesto ci fa capire il vero spirito del giornalismo puro

BAGNACAVALLO: é morto ieri a 92 anni Alberto Longanesi 

straordinaria figura di cooperatore e di volontario: 30 anni in Burkina Faso

 

Valeria Giordani

 

La figura e l’opera di Alberto Longanesi, classe 1941, sono difficilmente replicabili, e proprio per un suo carattere schivo, taciturno, tenacemente fattivo, tutto teso solo a ‘fare’ e ‘fare bene’, oggi rischia di essere poco ricordata.

E’ stato definito in tanti modi: forse il più pertinente è stato: “Il romagnolo che coltiva il deserto” (così lo definisce un opuscolo edito da Cartabianca nel 2004). In lingua africana lo chiamavano il Tengaogogo, il grande uomo.

Nell’autunno 1971 aveva 40 anni, era stato co-fondatore della nascente Cooperativa di Bagnacavallo COPRA (oggi Agrintesa) dove era stato anche Presidente, direttore del reparto frigoriferi. Nella sua vita un giorno è successo qualcosa: letto per caso uno dei primi articoli di giornale a proposito di servizio volontario nel Terzo mondo, contatta l’associazione di volontari L.V.I.A. di Cuneo, affronta una preparazione spirituale e tecnica, e matura in totale segreto la sua decisione. Sconcertando amici, parenti e colleghi, annuncia la sua decisione e il 23 ottobre ’73 parte per Donsè, (allora regione dell’Alto Volta, poi Burkina Faso, il terzo paese per povertà nel mondo), accompagnato dalla fede, e dalla reazione di sorpresa e stordimento di famiglia, parrocchiani, amici.

Da allora, è difficile elencare tutto quanto ha realizzato in più di 30 anni di intensa attività in BurkinaFaso. Una casa- sede del gruppo dei primi volontari partiti con lui (L’equipe dei volontari è composta di due infermieri, un meccanico, un tecnico dell’irrigazione e dallo stesso Alberto, esperto tecnico agricolo e infaticabile riparatore e costruttore di qualsiasi cosa); l’analisi delle priorità (prima fra tutte la situazione sanitaria, peraltro derivata dall’alimentazione corrispondente a un pugno di miglio al giorno, e dalla mancanza d’acqua, per approvvigionarsi della quale le donne percorrono distanze di chilometri ogni giorno), poi l’opera: un dispensario, un pozzo, un presidio sanitario (poi 3), farmacie, sale di ospedalizzazione. E inoltre corsi per aiutanti infermieri, operai (50). Si aggiunge poi al gruppo un’ ostetrica, si apre una sezione di assistenza infantile. Dal ’76 all’80 vengono costruiti sei blocchi ospedale e un centro di educazione nutrizionale per bambini, sostenuto da un ente cattolico americano. Lavorano ‘a monte’ per l’alimentazione, le cui carenze sono la vera causa di molte malattie. Occorre l’acqua, che nella regione o manca per anni, o si scatena con disastri naturali. Con il pozzo scavato sono state affrontate prime necessità. A Bagnacavallo intanto si è scatenata la corsa alla solidarietà, che impegnerà vari comitati, Caritas, Gruppo Terzo mondo, ‘Amici di Berto’, Comitato Burkina Faso, (vi confluiscono Comune, Copra,vari gruppi) poi viene interessata la Comunità europea.

Tutta Bagnacavallo ha raccolto con mostre-mercato (dal dicembre 1974) e con contributi annuali continuativi: dal banchetto alla festa di S. Michele alla Copra, dove la Festa annuale della Cooperazione è stata inventata nel ’75 praticamente per sostenere Alberto, e dove inaugurano puntualmente mostre-mercato durante la Settimana della cooperazione.

Dal 1976 al 1984 Alberto e i volontari realizzano 25 bacini d’acqua medi (60mila-100mila m3), 7 dighe per bacini di capienza (350- 400mila m3), 4 dighe per laghi o ‘barrages’ da 700-900mila m3.

Ritenute d’acqua e laghi artificiali hanno consentito l’impianto di coltivazioni (ortaggi e riso) per decine di ettari, con il netto miglioramento delle condizioni di vita (di alimentazione/di salute) per le popolazioni, e l’allevamento di bestiame e di pesce, che spunta nei bacini d’acqua.

Le realizzazioni a Donsè hanno meravigliato una Commissione di parlamentari europei in visita nella regione (con gli italiani sen. PierLuigi Bersani e Cesare Salvi) tanto da citarlo come “un buon modello di intervento nel Terzo mondo”. L’esperienza di Donsè spinge il Governo italiano a finanziare progetti di sviluppo in loco per 10 miliardi di lire nel 1984.

Il ritorno

Alberto tornava in Italia per un periodo obbligatorio di riposo, essendo difficile là affrontare estati a 50 gradi. A chi gli chiedeva se intendesse tornare in Africa, opponeva per risposta una mimica scontata, come a dire “chiedete piuttosto a voi stessi perchè state qui a bighellonarvi con le vostre beghe da ricchi”.

Bagnacavallo gli ha attribuito il riconoscimento di “Bagnacavallese lontano emerito” nell ’84.

Tra il 1985 e 95, Alberto ha l’incarico di direttore per il progetto multisettoriale finanziato dal Governo italiano. Costruiscono 100 km di strade asfaltate, 60 km di piste tra villaggi e bacini (3, con coltivazione di 80 ettari di risaia), interventi contro la dispersione dell’acqua, l’erosione, la desertificazione, magazzini di cereali, mulini per la macina che alleviano la fatica delle donne,  farmacie nei villaggi e officine per la costruzione di utensili, con formazione in loco di artigiani carpentieri. Tra il 1996 e il 98, per impiegare il personale locale si costituisce la coop COBRAD, in cui Alberto assume l’assistenza tecnica, meccanica, direzione dei lavori.

Il Tengaogo

Nel 1999 la cooperativa costruisce strade, scuole, ma soprattutto bacini d’acqua, motore dello sviluppo. Alberto è il trascinatore dei progetti,e quello che con un paio di pinze e un fil di ferro ripara tutto e regala altre vite a vecchi mezzi meccanici usurati. Ha stupito tutti quanti l’hanno conosciuto per la sua energia. Il Comitato Burkina Faso a Bagnacavallo- su iniziativa del sindaco Mario Mazzotti e  dell’assessore Claudio Conti,  allarga la piattaforma di sostegno: riesce a coinvolgere la Romagna Acque spa, che finanzierà la costruzione di un bacino; Berto costruisce in quel villaggio un mulino per la macina; e l’associazione Rally Raid di Ravenna porta a Ziniarè una ambulanza e attrezzature.

Roberto Galegati e Roberto Rambelli, a Bagnacavallo, progettano un impianto di irrigazione goccia a goccia (che consente un risparmio di acqua fino all’80%). La coop. Agrisol fornisce consulenza tecnica e materiali. L’impianto costituisce un modello anche per i territori limitrofi; ragazzi del luogo vengono istruiti e gestiranno l’orto di 10mila m2. Roberto Galegati continuerà a seguire l’impianto trascorrendo anche tre mesi l’anno in Burkina Faso.

Un ‘santo sociale’: modello di spirito cooperativo

La comunità bagnacavallese, il mondo cooperativo, conoscono e sostengono i 30 di duro lavoro e di di testimonianza cristiana di Alberto, tanto da far dire “per noi cooperatori di terra di Romagna Alberto è occasione per per dare senso e significato al nostro lavoro quotidiano proteso verso la logica del Villaggio globale”.  Una logica che Alberto ha incarnato ‘ante litteram’.

Molti progetti ottengono consistenti aiuti economici dalla Comunità europea, Ministero degli Esteri, Banca mondiale dello sviluppo, Caritas italiana, Commissione episcopale italiana. L’ultimo pozzo è stato finanziato dai Gesuiti. Sono stati organizzati molti stages di giovani presso le cooperative romagnole. Da queste conoscenze accumulati nelle opere e sulla loro scia prenderanno sviluppo progetti affidati a cooperative costituite nei villaggi di Paesi come Etiopia, Kenia, Tanzania Burundi, Senegal, Costa d’Avorio.

Il ritorno

Alberto è tornato definitivamente a Bagnacavallo pochi anni fa, sia per età che per la crescita di tensioni nella regione. Racconta Roberto Galegati: ” Dietro nostre insistenze, finalmente ha preso l’ultimo aereo possibile prima che nel Paese si scatenasse lo stato di disordine perdurante oggi”.

Le sue realizzazioni hanno cambiato le condizioni di un’intera regione.

Ha vissuto gli ultimi anni in silenzio  in una residenza per anziani, a Bagnacavallo. Ieri a mezzogiorno il suo grande cuore si è fermato.

Le esequie si terranno lunedì mattina alle 10 alla Pieve di S. Pietro in Sylvis.

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