Quelle di Alexandra Lapierre sono donne determinate e coraggiose, figure straordinarie che hanno lasciato un segno nella Storia. Eppure sono spesso state dimenticate. È lì, tra le pieghe dell’oblio, che la scrittrice francese va a cercarle e, attraverso un accurato lavoro di ricerca, le riporta in vita attraverso le sue biografie romanzate. Saranno proprio due delle sue eroine, Belle Greene (2021) e La donna dalle cinque vite (2023), le protagoniste della serata di lunedì 20 marzo alle 21 al Caffè letterario di Lugo (ingresso libero), dove Lapierre sarà ospite per la presentazione dei suoi due ultimi romanzi, entrambi editi da e/o. Figlia dello scrittore e filantropo francese Dominique Lapierre, autore del celebre La città della gioia, Alexandra nel 2005 è stata nominata Cavaliere dell’Ordine delle arti e delle lettere della cultura francese e di recente è stata premiata dall’Académie Française.
Le vicende di Belle Greene e de La donna dalle cinque vite, come spiega Daniele Serafini, che dialogherà con l’autrice insieme a Maria Chiara Sbiroli, direttrice della biblioteca Trisi, «si sviluppano avendo sullo sfondo la storia, anzi la grande Storia. Nel primo caso (Belle Greene, nome della direttrice della Morgan Library, celebre biblioteca e museo di New York) abbiamo l’America della prima metà del Novecento, quella delle discriminazioni razziali ma anche delle due guerre e del crollo di Wall Street». Belle Greene è una ragazza appassionata di libri rari che si fa beffe del destino salendo tutti i gradini della scala sociale e professionale, fino a diventare la direttrice della favolosa biblioteca del magnate J.P. Morgan e la beniamina dell’aristocrazia internazionale con il falso nome di Belle Greene da Costa, Belle Greene per gli amici. Frutto di tre anni di ricerche, il romanzo ripercorre le vittorie e le lacerazioni di una donna tanto libera quanto determinata, la cui strabiliante audacia fa eco alle battaglie di oggi.
La donna dalle cinque vite racconta invece la storia di Moura che attraversa mille mondi nei capovolgimenti della rivoluzione bolscevica e da una guerra all’altra. Aristocratica di origine russa, si è chiamata Maria Zakresvskaia, madame Benckendorff, la baronessa Budberg. E’ stata la musa di Maxime Gorki, la compagna di H.G. Wells e la ninfa dell’intelligentsia londinese. Ha incrociato i grandi del XX secolo: lo Zar, Stalin, Churchill, de Gaulle. Adorata da coloro che l’hanno amata, disprezzata da quanto la giudicarono inaccessibile, Moura è esistita davvero. Chi ha cantato il suo coraggio, chi ha denunciato le sue menzogne. Ma tutti furono concordi su un punto: Moura ha incarnato la Vita.
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