La transizione energetica è possibile?

Veniamo riconosciuti con l’appellativo di Homo Sapiens, ma facciamo molto fatica ad essere all’altezza della nostra fama, visto il termine “sapiente” contenuto nella definizione.

Stiamo vivendo una delle fasi più difficili della nostra storia, nella quale la stessa sopravvivenza della specie umana è a rischio e non sappiamo se ce la faremo.

Perché per invertire la tendenza bisogna azzerare le emissioni nette di Co2 (Anidride carbonica) dopo di che lo stock delle emissioni presenti in atmosfera inizierà a ridursi progressivamente ma lentamente (per ora continua ad aumentare) e le conseguenze sul clima non saranno così catastrofiche.

Sappiamo che raggiungere l’obiettivo sarà uno sforzo immane che richiederà di cambiare il modo di produrre energia (abbandono delle fonti fossili), di riscaldare o raffrescare le nostre case investendo ambiti come la mobilità, la produzione industriale, agricola e l’allevamento. Ma soprattutto cambiare alcuni nostri schemi mentali e qui sta la difficoltà maggiore.

L’ostacolo principale è proprio il genere umano. Un lavoro di ricerca recente ha dimostrato che la propensione a politiche ecologiche è molto superiore nei mesi di luglio ed agosto, quando fa più caldo e tocchiamo con mano la situazione. Si creano cortocircuiti spaventosi tra le lobbies, la politica e il mondo della comunicazione (spiegati benissimo nel film Don’t look up: una buona opportunità per vederlo!).

Le fonti rinnovabili sono la chiave per la soluzione del problema, perché producono da 100 a 200 volte meno emissioni e i tre quarti delle emissioni dipendono dal modo in cui produciamo energia.

In Italia la CNA (una delle due principali associazioni che raggruppa il mondo dell’artigianato) ha proposto un credito d’imposta del 50% per i pannelli sui tetti delle piccole e medie imprese italiane, con un impatto costi – benefici enorme e una riduzione significativa dei costi dell’energia per le imprese stesse.

Con i progetti delle comunità energetiche potranno nascere in Italia, nei prossimi anni, decine di migliaia di comunità di produttori che ridurranno l’intasamento della rete come previsto dalle prospettive di sviluppo del settore, portando benefici alle bollette domestiche.

Se vogliamo farcela dobbiamo sottrarre la transizione ecologica alla competizione politica, far capire chiaramente che il bagno di sangue non è la transizione ecologica, ma – al contrario –  evitare di farla.

Insistere su quelle soluzioni win-win (dove vincono entrambi i contraenti), che per fortuna il progresso tecnologico ci mette a disposizione ogni giorno in forma e varietà maggiore per vincere la sfida, potrebbe essere l’arma decisiva.

E’ una sfida a favore delle generazioni dei nostri figli e nipoti!

Tiziano Conti

Foto Wikipedia

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