ecco Vanda M!
FERMINI
Mi chiamo Vanda, con la V semplice, la doppia w è arrivata dopo, 96 anni e mezzo fa non c’erano tutte queste complicazioni forestiere. Vede questi disegni?
Sono accolta con gentilezza dalla signora, elegantissima, un tripudio di colori ben scelti, altro che armocromia, venite alla casa alloggio di via Fermini e vedrete le finezze delle ospiti e di chi le circonda, anzi degli ospiti: c’è un indaffaratissimo Antonio che ha una parola per tutte e soprattutto cura le piante con perizia e passione e dona consigli sempre azzeccati, questa vuole la luce tutto il giorno, questa esige poca acqua, ha visto le begonie sul davanzale? Il segreto è nel concime.
Una chicca nel cuore di Lugo questo posto. Lo conosco da tempo, con Anna Maria, Gloria, Loretta, Velia, covid e alluvione permettendo, vengo a leggere ogni 15 giorni al mattino, un momento di lettura che diventa anche narrazione, c’è sempre da imparare da queste ospiti, narrazioni interessanti, con la sapiente regia di Annarita della biblioteca Trisi, che non finiremo mai di ringraziare per il suo prezioso coordinamento. Siamo il gruppo Alta Voce della biblioteca comunale Trisi.
A me piace il colore, lo porto nei miei disegni, vede, c’è tutto, la famiglia, la crudeltà maschile, la guerra, i sentimenti, basta un tratto di matita e cambiano le espressioni dei volti, cambia quello che io voglio trasmettere, ho in mano il modo di trasformare un giovane in un vecchio, di cambiare lo stato d’animo di una persona, da seria a allegra. Mi piace dipingere le coppie, fare volti diversi uno dall’altro, non finire un viso, per lasciare a chi vede la possibilità di immaginare cosa pensa, come si sente. Per me bocca e occhi dicono chi sei. Il colore è importante, dà luce, forma, espressione, uso pennarelli, tempere, un tocco e tutto cambia.
Ci parli un po’ di lei
Io sono nata a Spazzate Sassatelli, e ci sono restata fino all’età di nove anni, poi mi sono spostata con la mia famiglia a Villa Magenta, sotto il fiume Senio, e di questo posto ho in mente il periodo della guerra, sento ancora gli spari, di notte; andavo a piedi a Bagnacavallo, prendevo un messaggio dall’avvocato Della Casa, ricevevo una bicicletta sgangherata, con quella andavo a Fusignano, tornavo a Bagnacavallo e poi andavo a casa a piedi. Io queste cose non le dipingo. Come non dipingo i tentativi dei tedeschi di violentarmi, no, nemmeno i pidocchi, voglio dei colori, voglio che ci siano dei fiori, come qui, vede le rose di Tonino, che belle?
Ho girato spesso col coltello, ad esempio quando andavo a prendere la carne razionata. Ricordo bene i bombardamenti, ricordo le schegge che mi passavano vicino.
Mi complimento con Vanda per la lucidità, per come si esprime, una proprietà e una fluidità di linguaggio non comuni alla sua età, è veramente un racconto avvincente, empatico, scorrevole, nonostante la complessità della tematica trattata. E’ perfettamente informata sull’attualità, esprime opinioni ben motivate, e va ben oltre le apparenze.
Mia mamma è morta a 101 anni, e fino all’ultimo la sua testa era a posto. La vecchiaia diventa brutta la sera, quando invece del sonno arrivano i pensieri, ad esempio mi torna in mente mio figlio, che non c’è più. E come lui mio fratello. Il figlio lo avevo avuto senza essere sposata, ci pensa a quei tempi una cosa così? Eppure quei mesi prima e dopo la sua nascita, otto, in brefetrofio a Imola, per me sono stati molto importanti, un’università della vita, ho conosciuto donne di ogni estrazione sociale, mi sono confrontata con situazioni di vario tipo. Ho imparato da tutte. Ero sola, con la mia pancia e poi con il mio bambino. Solo mia madre ogni tanto veniva a trovarmi, gli altri no, ero una vergogna, un figlio senza essere sposata, oltretutto da un uomo separato. Adesso è tutto diverso. Ma queste prove ti rendono forte. Io poi, che sono di famiglia contadina, ho imparato da subito a essere forte, però ho avuto anche da subito la possibilità di giocare, avevo delle cugine con cui mi divertivo, è importante che i bambini giochino, fa crescere bene. Mio padre e i miei fratelli non mi hanno mai perdonato quello che per loro è stato uno scandalo.
E la scuola?
Prima ho frequentato la scuola di Spazzate Sassatelli, avevo una maestra fascista, cattiva, dava le botte col righello, Maria Rossi, poi ho proseguito a Lugo con Maria Sassi, molto diversa, pensi che mangiavo perfino a casa sua; dopo ho fatto l’avviamento, c’era anche stenografia, la stenografia la ricordo ancora adesso. Mi sono iscritta anche all’Università per Adulti, ho seguito tanti corsi, anche astronomia, ho partecipato ai viaggi organizzati da loro. Adesso, per passare il tempo ho cominciato a dipingere, ho guidato fino a 95 anni, poi ho detto basta, ho regalato l’auto a mio nipote che fa l’attore a Roma . Ora mi dedico ai colori, ai disegni. Mi è capitato di fare 4 visi, accostati, uno diverso dall’altro, perché, mi sono chiesta? Perché io esprimo quello che sono, dopo pochi minuti io sono diversa, sono un’altra.
Ho fatto tante cose nella vita, torniamo a parlare della guida, sa che ho guidato anche senza patente? Poi devo dire che ho girato tanto, Francia, Germania, Iugoslavia, Spagna, per affari, con nebbioni che non si vedeva da qui a lì, col sole, la pioggia, la neve. Io e il mio uomo ci occupavamo di trattori, ce n’erano tanti durante la guerra, tedeschi, a testa calda, toglievamo la guarnizione di rame con l’amianto dentro, aveva 4 buchi, mi ricordo bene, la mettevo nell’acqua, l’amianto si ammorbidiva, lo toglievo e il rame si vendeva. Dopo la guerra io e lui abbiamo dato vita a una delle prime ditte di Lugo, si chiamava Amog, eravamo rappresentanti di motori, auto, moto, eravamo sponsor di una squadra di pallacanestro.
Ma torniamo ai miei disegni, risentono del fatto che ho dentro i colori della campagna dove sono nata, della natura primaverile in particolare. E poi sono stata amica di una stilista, quindi oltre ai colori apprezzo le forme, le linee.
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Amo la mia regione, l’Emilia Romagna è stata fatta da gente che lavorava sodo, e che ascolta la natura, ci dà tante informazioni, è in noi. Io ho dentro la forza della natura, sono nata contadina. Amedeo Nazzari ha detto in un film: “Contadino, scarpe grosse e cervello fino”