Ovvero seconda puntata sull’arte nella Casetta: la cugina di Vanda, buon sangue non mente
Oggi incontriamo Teresa T, la prima ospite della Comunità Alloggio di via Fermini, che in quanto a creatività non scherza. Non usa il pennello ma le parole. Le coccola, le adatta a situazioni e riflessioni individuali ed eterne al tempo stesso.
Già nel 13 a. C. il poeta Orazio scriveva: Ut pictura poesis, cioè come la pittura la poesia, un legame già evidenziato nella letteratura greca e sottolineato da vari artisti nel corso dei secoli.
Ha scritto otto filastrocche, con tematiche varie, cadenzate da rime e assonanze, enjambements, scorrevoli, dolci, musicali.
La più personale, che testimonia la sua ricchezza interiore : ” Vorrei figli e nipoti / che finora sono bravi / continuassero nella giusta / strada, assisititi dalla fortuna / Vorrei soprattutto che sapessero amare, / rispettare, e sapersi migliorare”
E’ stata un’insegnante di lettere, originaria di Spazzate Sassatelli, ha studiato a Imola, in un ambiente “più alto di me, che sono di origine contadina”, poi a Bologna, all’università. I miei compagni di scuola erano tutti più preparati di me, più ricchi, io avevo parlato esclusivamente in dialetto fino all’età di 5 anni. Per frequentare le superiori ho soggiornato presso due famiglie, invece per andare in facoltà prendevo la corriera, facevo la pendolare, frequentavo saltuariamente. Mi sono laureata in lettere. Gli esami che più mi hanno richiesto impegno sono stati sicuramente storia romana e latino. Ho insegnato a Longastrino, Argenta, Lavezzola, dove abitavo prima di venire qui. Ho imparato a cucire, prima di andare all’università sono andata a scuola da una sarta..
Ci parla un po’ della sua vita affettiva?
Mi sono sposata, sono rimasta vedova troppo presto, lui aveva 58 anni, mi manca tanto, quei 35 anni sono passati in un soffio. Per fortuna ho due figli splendidi, uno laureato in scienze politiche ed economiche e uno in architettura, hanno due figli ciascuno, un maschio e una femmina. Ho un nipote avvocato in una ditta che ha sede a Londra, una è diplomata all’Accademia di recitazione, fa pubblicità, è comparsa in uno spot della Nivea, ha presentato un monologo in teatro scritto da lei, un’altra nipote ha frequentato il liceo artistico e lavora al Museo scientifico di Bologna, un altro si laurea breve in Informatica.
Spero di ricordarmi tutto. Certo che qui alla Casetta non scherzate in quanto a successi di figli e nipoti, ho visto la mia ginecologa, la dott. Stefania T. , una professionista molto stimata, in visita alla mamma Vanda, sua cugina. Ma ora parliamo un po’ delle sue poesie, qual è la più recente?
VORREI
Vorrei tornare bambina / a giocare nel cortile / sulla sabbia / a fare pasticcini / con l’amica mia Marisa / che abitava vicino / in una casetta piccola / piena solo di bambini.
Vorrei tornare ragazzina / per andare a ballare / a Conselice alla “Capannina” / dove ci si divertiva / con la mia amica Diva / cara amica di gioventù / che da tempo non c’è più. / Anche le nostra madri / si divertivano / tenendo d’occhio / i ballerini che, a volte, / diventavano / assidui filarini.
Vorrei essere giovane mamma / andare al mare / coi bambini, giocare con loro /in riva la mare col secchiello / per costruire un castello
Siamo in autunno, cosa le resta dell’estate? Ci sono ancora magnifiche rose nel cortile interno, in certi orari qui pare essere tornati indietro di qualche mese.
Ho scritto qualche verso, ecco:
PENSIERI
L’estate è arrivata / esagerata, contrastata: / al Sud 40 gradi / al Nord campi e case disastrati / da violenti temporali, / alluvioni, di cui siam testimoni. / Noi anziani per la gran calura / siam costretti alla clausura / mentre i giovani vanno al mare / ad abbronzare le chiappe chiare. / Siamo in un clima tropicale / al quale ci dovremo adattare. / Per quanto tempo non sappiamo, / la Teresa volando al cielo / ha già rimediato.
Molto belle le sue poesia, scorrevoli, ottima idea quella di esporle vicino ai disegni di sua cugina, rendono l’ambiente piacevole e accogliente. Avete tutti l’aria di trovarvi molto bene qui, conferma?
Sto molto bene qui, stiamo tutti molto bene. Ho deciso di venire quando l’equilibrio non era più a posto, sono contenta della scelta, è un’ottima struttura veramente. Le ho dedicato una filastrocca, eccola.
FILASTROCCA DEL SASSOLI
Verso la fine del cammin / di nostra vita / ci ritroviamo in una selva oscura: /la struttura! /
Che dissi mai! Struttura? / Selva oscura? / Sbagliai! / Questa è un’eccellente / casa di riposo; /infatti tutto il giorno / che facciamo? Riposiamo. / Ma anche lavoriamo: / dipingiamo, leggiamo / ginnastica fisica e mentale / facciamo; / chi gioca a ramino, / c’ è l’Alma che ricama / c’è Antonio tuttofare, giardiniere / che fa bene il suo mestiere. /
Assistenti e dirigenti / gentili e competenti / infermieri che arrivano / puntuali, per alleviare / i nostri mali. / Ci son feste ed eventi divertenti, / interessanti.
Quindi viva la struttura / per noi finché dura!
Veramente carina, complimenti! In effetti la percezione è di benessere, di serenità. Si sente che lei ha studiato, ha letto, legge. Nel corso dell’ultimo incontro di Alta Voce della biblioteca Trisi una sua poesia è stata letta da Guido Neri, che ha interagito con gli ospiti raccontando aneddoti, fatti realmente accaduti di storia locale, barzellette, un’ora proprio piacevole e simpatica. Un’eloquenza straordinaria, uno scrittore e narratore eclettico, che ha dato un’interpretazione vigorosa e accattivante dei suoi versi. Gli regala, ci regala qualche riflessione?
Giunta alla fine della vita / vorrei un mondo / migliore, / che cessasse il gran / dolore provocato dalle guerre / che l’umanità vivesse / in solidarietà.
Come non essere d’accordo? Grazie, Teresa, grazie Guido, per aver risvegliato sorrisi, risate, ricordi. Invecchiare bene è un’arte, alla casetta di via Fermini si esercitano quotidianamente, vedo. E se ci passano certi tipi, come quello in foto, e tipe, ad esempio Anna Maria, Gloria, Loretta e la sottoscritta, il compito è ancora più facile.