Scomparse le cabine telefoniche: nelle principali città saranno sostituite da postazioni digitali avanzate
di Lucia Baldini e Valeria Giordani
Qualcuno- distratto- non si è accorto della loro scomparsa. Qualcuno si ritrova in un vecchio cassetto un gettone telefonico; qualcuno li ha già visti ai mercatini come oggetti da collezione.
Le cabine telefoniche (erano 10 a Lugo, 47 in provincia) sono scomparse, il piano nazionale di dismissione è concluso, e ne resteranno solo alcune, nelle strutture sanitarie dotate di almeno 10 posti, e nelle carceri, caserme e comunità con almeno 50 occupanti.
Erano presenti nelle città a partire dal 1952, quando fu installata in piazza s. Babila a Milano la prima italiana. Difficile raccontarlo a ragazzi nati già col cellulare, ma hanno rappresentato un servizio importante, un presidio di sicurezza e connessione nelle piazze delle località.
La cabina dei ricordi
Nell’immaginario di molti c’è il ricordo delle file con il gettone in mano, dell’impazienza provata per l’occupante della cabina che la tirava per le lunghe. E dove si nasconderà adesso Clark Kent per uscirne come Superman? che le vecchie cabine epostazioni non servissero più era evidente sia per la diffusione del telefono cellulare che per i numeri: la riduzione delle chiamate da queste cabine era calata del 57% solo nell’ultimo anno.
E’ partito da Milano (come la prima cabina telefonica) il piano per l’installazione di 450 nuove postazioni, con prospettiva di arrivare a 2500 a partire dalle prime 13 (principali) città scelte. Ma per ora le vedremo solo da turisti in altre città: non è prevista nemmeno una in provincia.
Saranno sportelli digitali multiservizi: permetteranno di accedere a tutte le informazioni e ai servizi digitali, dalla chiamata a numeri fissi o mobili all’accesso a informazioni su vita cittadina, spettacoli ed eventi, come viabilità, ristorazione, prenotazioni, taxi, trasporti. Saranno stazioni intelligenti, consultabili in modalità touch screen. Nella presentazione in sede nazionale è stata sottolineata la dotazione di applicazioni sensoristiche che permetteranno anche a portatori di disabilità motorie, visive, linguistiche, di accedere ugualmente ai servizi; infine, ci sarà un tasto ‘Women+’ che metterà in contatto con un operatore, un supporto per emergenze di microcriminalità e violenza.
Urban Vision è partner del progetto Tim con soluzioni tecnologicamente avanzate, integrate con il tessuto urbano. Per i vertici di Tim che ne ha la gestione, l’occasione di dare una seconda vita a un patrimonio così diffuso, contribuendo alla dotazione di servizi più avanzati per le città.
Una seconda vita per le vecchie cabine
Ma per chi ne avesse nostalgia, c’è un giro divertente che si può fare in Internet (per questione di diritti, non possiamo riportare le foto). Digitando “riciclo e riutilizzo di cabine telefoniche” si possono trovare esempi di riutilizzo delle cabine veraramente ingegnosi. Qualcuno ha ottenuto cabine e postazioni da Telecom e le ha adattate agli usi più diversi.
Sono state trasformate dagli abitanti (è il caso di due sorelle a Cingoli, nelle Marche, che hanno convertito lo ‘sportello’ ovoidale in plexiglass in mini- cappella per la preghiera, edicola votiva dedicata a S. Giorgio): più vicino il caso di Medicina, dove la cabina, ottenuta in dono da un gruppo di lettura cittadino, è trasformata in piccola biblioteca pubblica ‘prendi e riporta’.
Nel Regno Unito ci sono casi di trasformazione in cabine per custodire defibrillatori;
in Italia invece trasformazioni in piccole serre urbane; riempite d’acqua e sigillate, perfino in acquari. Inclinata sul lato lungo e imbottita, qualcuna è diventata divano. Alcune sono diventate porte di ingresso; dotate di scaffalature, altre sono diventate minibar; all’interno può trovare posto un distributore di biglietti ATM o ferroviari. Si sono scatenati in particolare gli artisti urbani.
Chi volesse cimentarsi si faccia avanti;16mila cabine telefoniche sono destinate alla rottamazione. Per ottenerle occorre presentare alla Tim un progetto, che poi dovrà essere realizzato dal Comune. Ma sembra che sia sempre più difficile….le richieste sono molte.
Valeria Giordani e Lucia Baldini