Si continua a parlare di Romagna

Dopo Eraldo Baldini, Raffaella Zama
di Lucia Baldini


L’università per Adulti di Lugo continua a proporre approfondimenti sulla storia locale vista da ogni angolazione.




Venerdì prossimo, alle 16.30, nella biblioteca del Liceo di Lugo, Raffaella Zama parlerà di Pittori e Pittura del Rinascimento in Romagna.

Per lungo tempo dimenticata, se non oscurata dalla storiografia specifica, l’arte del Rinascimento in Romagna conobbe momenti di vivo interesse, sotto la guida di Melozzo da Forlì. Partendo da questa geniale figura locale, ma di rilevanza nazionale, la docente parlerà dei pittori di Cotignola: personalità sostenute da una innegabile fragranza stilistica, che raggiungero esiti di sorprendente livello qualitativo e anche un meritato apprezzamento ancora attuale.

Ma torniamo a sabato scorso. Baldini ha esordito che è necessario fare delle distinzioni: ci sono tradizioni dimenticate, tradizioni recuperate, tradizioni da recuperare, tradizioni effimere quasi inventate. 

Un esempio di queste ultime è quella dei Sette bagni al mare per san Lorenzo, 10 agosto, in realtà durata un soffio, datata circa a metà del 19esimo secolo. Nessuno in realtà sarebbe mai andato in spiaggia in quegli anni, oltretutto con carri e quindi animali, occorrevano passaporti per muoversi, la spiaggia era un susseguirsi di sterpaglie e buche, piene di malaria, meta di pirati e corsari pronti a rubare la gente per portarla in Istria, in Albania, in Nordafrica. Solo dopo l’unità d’Italia il mare fu visto come luogo di ritrovo, inizialmente a Rimini, poi a Porto Corsini. Quindi questo evento è stato frutto di invenzione e subito scartato.

Invece Halloween è una tradizione millenaria, portata dagli Irlandesi in America dopo che le patate, la loro monocultura, si ammalarono a causa di un microorganismo e si aprì un devastante periodo di denutrizione, morte ed emigrazione. Esisteva, ed è ampiamente documentata, in tutta Europa, specie settentrionale

La cultura popolare non è solo Romagna, è Europa, è il mondo, e si forma attraverso tempi lunghissimi, modifiche, stratificazioni. Ha due cardini, il culto dei defunti e il mito dell’eterno ritorno. Non dimentichiamo, ha ricordato Baldini, che la neosposa, fino a pochi decenni fa, uscita dalla Chiesa, portava fiori al cimitero, la vita va avanti, ma non dimentica, si ferma, come la mancanza del sole e della luna, ma tornerà come torna la luce nel cielo. Chi muore tornerà attraverso un suo discendente; restava il suo ritratto nelle cornici si legno e c’erano riti nelle case, a Natale e all’inizio di novembre, per accoglierlo, sfamarlo e riscaldarlo.


Il folclore locale non è altro che la declinazione di un bagaglio culturale uguale ovunque, differente solo per circa un 10% nelle varie zone a causa delle condizioni ambientali e della storia locale. L’uomo dappertutto ha elaborato tradizioni, credenze, bisogno di purificazione, usanze, in base al ritmo del lavoro. Quando la campagna chiamava non c’era molto tempo per festeggiare, ecco perchè d’estate noi Italiani abbiamo solo due santi per così dire importanti, san Giovanni Battista e san Lorenzo, mentre in autunno e in inverno c’è più spazio per la ritualità e per la spiritualità.

Il modo di celebrare certe feste era funzionale a una società che non c’è più, legata al ritmo delle stagioni. Per indicare una data, inoltre, i nostri vecchi dicevano: prima del raccolto, dopo la vendemmia e così via, difficilmente citavano un mese e un numero.
La Chiesa, ha concluso Baldini, ha due tempi,uno lineare, Creazione,Apocalisse, Giudizio Universale, un tempo finito, e poi uno circolare, Gesù nasce, predica, muore, risorge, torna in cielo. Il 25 dicembre, data ripresa dal Cristianesimo per imporsi, è una nascita mistica, celebrata da migliaia e migliaia di anni: i giorni si allungheranno. E’ la nascita di Gesù, non il suo compleanno.

In quest’ottica tutto ha un significato più profondo, i cornuti e san Martino, la Pasquella, i falò, il Capodanno, nelle sue due declinazioni, solstiziale e agrario.
Bisogna riappropriarsi della distinzione fra tempo sacro e tempo profano, riprendere le tradizioni con consapevolezza, trarre lezioni di vita dal passato, ascoltare gli studiosi. Così tutto, ha un senso profondo ed eternamente vivo e confortante, specialmente Natale, in primis col presepe.

Gesù nasce, ripeto, non compie gli anni; la festa della luce e del dono, invece, compie, dice Baldini, 50.000 anni. Auguri anche a lei, fa bene agli occhi, al cuore, alla convivialità. E se ci scambiamo libri di antropologia sarà anche cultura, locale e universale. Mai immobile.

Lucia Baldini

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