Squola

Di Guido Tampieri
Hanno ragione, hanno ragione,
han detto è vecchio tutto quello 
che lui fa...
Roberto Vecchioni 

Sarà che tra le contraddittorie riforme di Renzi quella sulla scuola mi sembrava, assieme a una dignitosa legge elettorale, quasi apprezzabile.
Sarà che la legge Gelmini ha tolto alla scuola pubblica importanza, 8 miliardi di euro e 150.000 docenti, mentre questa le restituisce attenzione, 3 miliardi di euro e 100.000 assunzioni.
Sarà che da 50 anni il popolo della scuola si è opposto a ogni riforma, anche solo abbozzata, ancorché qualcosa di buono, da qualche parte, dovrà pur esserci stato.
Sarà che quel che c'è, organizzazione, criteri di valutazione, e non solo laboratori e carta igienica, bene bene proprio non funziona.
Sarà che la mia generazione porta la responsabilità di avere introdotto, inseguendo il sogno di una scuola meno autoritaria e classista, un egualitarismo rivelatosi nemico del merito.
Sarà che la somma delle voci discordi non fa una politica, ma io questo furore contrappositivo proprio non lo comprendo.
Capisco la rabbia dei precari troppe volte delusi.
Concordo con chi vuole le scuole private distinte dal sistema di finanziamento della scuola pubblica.
Ci sono certo aspetti migliorabili oltre a quelli marginali che l'ineffabile ministra Boschi colloca immancabilmente alla voce " già dato".
E però, attribuire al premier la volontà di privatizzare la scuola e di penalizzare i soggetti più deboli sembra una forzatura suggerita dal pregiudizio.
Proprio perché la scuola riveste una straordinaria importanza sociale non solo sotto l'aspetto dell'istruzione ma anche nella formazione della persona, qualsiasi progetto che la riguardi assume una dimensione politica che va oltre un pur necessario punto di vista sindacale.
Sono i docenti che fanno la scuola, la loro adesione al progetto è fondamentale.
Ma siamo tutti alunni, genitori e cittadini, interessati al suo buon funzionamento.
Che dipende dalle risorse che si immettono nel sistema, dai contenuti didattici che sa fornire ma anche dai moduli organizzativi e dai criteri di formazione e valutazione del corpo docente.
Di difficilissima definizione perché il profilo di un buon educatore è fatto di oggettivi fondamentali tecnici e di qualità personali inaccertabili per concorso, il cui riconoscimento comporta la responsabilità di un giudizio sul campo.
Che forse solo gli alunni, a distanza di tempo, potrebbero fondatamente formulare.
Ho ancora vivo il ricordo della maestra alle elementari, che mi ha educato allo studio e alla vita.
Ed ho conosciuto docenti loro malgrado incapaci di cogliere l'attimo fuggente, di suscitare la più importante delle disposizioni d'animo, la curiosità, l'amore per la conoscenza.
Li ho rispettati tutti ma non erano uguali.
Tutti invochiamo il merito, con una certa propensione a riconoscerlo a noi stessi, ma la cosa si complica quando si tratta di valutarlo, e garantirlo.
È vero che non esiste un dirigente scolastico onnisciente, che la decisione consegnata a un organo monocratico è esposta al rischio della parzialità.
Ma il riconoscimento premiale della qualità è giusto.
La soluzione va forse ricercata in un sistema di contrappesi che favorisca l'equilibrio delle decisioni senza tuttavia precludere la responsabilità del giudizio.
Che non può essere stemperato in un egualitarismo che mortifica l'eguaglianza.
Della crisi di funzionalità e di identificazione della pubblica amministrazione l'appiattimento prodotto dalle politiche di questi anni reca responsabilità non marginali.
Se gli intendimenti di governo e sindacati sono onesti, una soluzione valida per i nostri ragazzi e per il Paese si può trovare.
Date una bella scuola a noi, che ci bisogna.
Opposizione
È tutto un coro: in Italia non c'è opposizione.
Lo dicono i Grillini, Sel, Forza Italia, la Lega, i Fratelli d'Italia, per non parlare di Passera, che presto, tuttavia, passerà.
Lo scrivono il Fatto, il Manifesto, il Giornale, il Foglio, L'Huffington post, il Tempo, il Resto del Carlino, e una decina di altre testate.
Lo attestano Bersani, Letta, Bindi, Cuperlo, Fassina, D'Alema e altri PD che non si davano molta cura dell'opposizione quando erano maggioranza.
Bisognerà capirsi sul significato del termine.

Equilibrium
Disubbidire si può, certo.
Lutero incitava a farlo di fronte alle verità della Chiesa, figuriamoci se non è lecito sottrarsi alle opinabili indicazioni della maggioranza di un partito.
Si può e si deve, quando la situazione lo richiede.
Ma per una legge elettorale, questa legge elettorale, vista quella che c'è, quella che c'era....
Una legge che assegna la maggioranza dei seggi con soglie superiori a quelle della democraticissima Gran Bretagna, che ha fermato il nazismo, che non ha conosciuto il fascismo.
Prima di gridare al disegno autoritario bisognerebbe guardarsi attorno e ricordare che la legge truffa, approvata fra i tumulti del Parlamento nel 1953, tanto truffa poi non era, che fu varata da De Gasperi, promulgata da Luigi Einaudi.
Si può disubbidire senza essere traditori.
Ma un po' di misura non guasterebbe.
La democrazia europea è malata.
Ma a minacciarla sono i nazionalismi populisti, non le riforme di Renzi.
Se non lo capite non ve lo posso spiegare.

I miserabili
Una Signora di Vicenza è stata svillaneggiata per aver ospitato a proprie spese sei profughi, la metà circa di quelli dell'intero Veneto.
Il raffronto con l'egoismo dilagante era insopportabile, l'arma finale dei leghisti, " prendili a casa tua" era spuntata.
In questi anni hanno schernito la generosità chiamandola buonismo.
Ma quando mostra il suo volto più bello disvela la miseria di chi distoglie lo sguardo dalla sofferenza degli altri.
È questo che i leghisti non sopportano: veder riflesso in quello specchio quel che sono davvero.

Fardelli d'Italia
La Russa, che non fa una piega davanti agli orrori del fascismo, grida vergogna alla Boldrini perché lo richiama al rispetto dei tempi.

Accoglienza
La Val d'Aosta rifiuta 79 profughi perché, sostiene, non ha le strutture idonee.
Nemmeno per le mie vacanze.

Sos
Salvini ha rivelato che dona il sangue.
Panico fra gli ammalati.

Guido Tampieri
Libero Pensatore

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