Rendiamo più dolci questi giorni di festa ricordando Jonn Lennon

 L’anniversario poche settimane fa

di Tiziano Conti

L’8 dicembre 1980 John
Lennon, il genio più creativo dei Beatles, il quartetto di Liverpool
che si era sciolto nel 1970, venne assassinato sulla porta del
Dakota, il residence di Manhattan, New York, di fronte a Central
Park, tra la West 72 Street e la Central Park West, dove lui abitava
insieme a Yoko Ono e a Sean, il loro figlio di cinque anni.

Gli sparò Mark Chapman,
un ragazzo di 25 anni con un labirinto oscuro nella sua mente,
fanatico del Giovane Holden, che uccise il suo genio e la nostra
gioventù.

Con l’omicidio di John
Lennon il mondo perse non solo il genio di un grande musicista ma
anche l’innocenza. La sua e la nostra. L’innocenza con cui si
sogna, con cui gli artisti creano e i fan li ammirano, pensando
“vorrei essere come loro, poterli almeno incontrare, rubare un
autografo, avere una foto, un ricordo assieme”. Quella stessa
innocenza per cui, se poi loro non sono come ce li aspettiamo,
restiamo un po’ delusi, amareggiati. Lutti astratti che si superano
facilmente con il tempo, la maturità. A patto però di avere tutte
le caratteristiche di saggezza che ci portano da adolescenti e
ragazzi a diventare persone adulte. Altrimenti possono succedere cose
devastanti, come quello che ha fatto Mark Chapman.

John Lennon, nato a
Liverpool il 9 ottobre 1940, aveva da poco compiuto 40 anni e ne
erano trascorsi dieci dalla fine dei Fab four che avevano cambiato la
musica mondiale. Lui aveva trovato la sua strada, era un’icona pop;
New York la sua nuova casa, c’era meno pressione che in
Inghilterra, e Nixon, che aveva avversato il suo pacifismo cercando
in tutti i modi di allontanarlo dagli Stati Uniti, non era più al
potere. 

 

In
quei dieci anni dallo scioglimento dei Beatles, Lennon aveva composto
molti motivi, tra i quali Imagine la canzone che viene spesso
citata come uno dei brani musicali più belli della storia della
musica rock. La rivista Rolling Stone, per esempio, l’ha posizionata
al terzo posto nella classifica dei migliori brani musicali di tutti
i tempi. L’ex presidente degli Stati Uniti d’America Jimmy Carter ha
dichiarato che in molti paesi del mondo la canzone gode dello stesso
rispetto che viene riservato agli inni nazionali.

 

Poco tempo prima del suo
assassinio, Lennon riconobbe il contributo di Yoko Ono quale
ispiratrice del concetto dietro a Imagine, ammettendo che
all’epoca non si era sentito ancora così maturo da inserire anche il
suo nome tra gli autori del brano.

Il video di Imagine,
reperibile facilmente su YouTube,
che vede Lennon seduto al pianoforte mentre esegue il brano in una
stanza totalmente bianca e Yoko Ono apre le finestre, è rimasto
negli anni come uno dei più emozionanti per una canzone. È stato
utilizzato in molteplici occasioni in tutto il mondo, all’interno
di programmi TV, documentari, e trasmesso in simultanea in diverse
parti del mondo per commemorare la figura di John Lennon nella data
che sarebbe stata quella del suo cinquantesimo compleanno (9 ottobre
1990), se non fosse stato assassinato.

 

Nel 1985, la zona del
Central Park di fronte al Dakota è stata dedicata a John Lennon, con
il nome Strawberry Fields Memorial, e lì installato un mosaico
permanente con la scritta “Imagine”, che ancora oggi
(almeno fino alla pandemia) ogni giorno è meta di ragazzi che gli
rendono omaggio con un fiore o di musicisti, anche improvvisati, che
suonano le sue canzoni.

Grazie John per averci
regalato musica, ideali ed emozioni che porteremo sempre nel nostro
cuore: che la terra ti sia lieve!

Tiziano Conti

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