Il fior di loto, una magia in grave pericolo. Parte seconda

di Paolo Caroli

Per giustificare questo grido di allarme mi sono letto gli studi e documenti pubblicati sul “ Rapporto ambientale della provincia di Mantova “ che riporta testualmente : “ Il Piano sottolinea la necessità di effettuare” SFALCI” del fior di loto (nelumbo lucifera), nymphacea esotica che ha infestato il lago superiore di Mantova.

L’asportazione degli apparati fogliari emergenti ridurrà il carico organico degli apparati vegetativi che annualmente si depositano sul fondale e che consumano ossigeno per essere decomposti “(pag.83). In sostanza esiste il pericolo di soffocamento e benché il lago superiore di Mantova abbia una vastità di 20.000 ettari, la “sfalciatura” è da effettuarsi durante l’estate prima della fruttificazione per limitare la riproduzione da seme della specie e con la contemporanea asportazione degli ampi foglioni emergenti in eccesso . Un intervento completo e profondo di pulizia svolto da mani esperte. 


Quanto ho riportato è strettamente correlato al nostro laghetto del fior di loto che proprio per la sua modesta ampiezza , un ettaro e mezzo circa , se non viene effettuato un intervento di sfalciatura e diradamento delle radici corre maggiormente lo stesso pericolo. 

Esiste il rischio di una lenta agonia da soffocamento. In questi sei anni di frequentazione estiva quasi quotidiana , guardando dalla parte del parco giochi , la fioritura del fior di loto partiva da sinistra fino ad un quinto del laghetto, progressivamente negli anni successivi si è allargata sempre più verso il centro , fino poi a coprirne l’anno scorso l’80% . 

Un vero incanto floreale sfiorato a malapena dall’occhio umano . Nell’estate che verrà presumo che l’estensione sarà totale. E dopo cosa succederà? Lo spettacolo floreale è evidente e gustato solo in parte , nonostante le modeste proporzioni del laghetto , e va salvaguardato in ogni modo, con lungimiranza e tempismo. Per evitare che tutto finisca prima o poi . Ho scoperto poi, attraverso ricerche , che la fioritura del parco del loto di Lugo , pare sia seconda per bellezza in Italia ( a parte il lago di Mantova, un angolo del lago di Varese , e un isolotto in un piccolo lago naturale nel Lazio ).

Dalla bellezza del lago mantovano che ho sopra citato, è stato sviluppato e creato un business , che dura da giugno e settembre , visitato da svariate decine di migliaia di turisti italiani e stranieri ( con gite in vaporetto elettrico , con obbligo di prenotazione , eventi ed escursioni fluviali , plenilunio sul lago con serate a tema e degustazioni guidate di vini e prodotti tipici . Sono andato là mosso dalla curiosità , ho visitato il lago in vaporetto e ciò che è pubblicizzato è tutto vero. 

Ciò che mi ha colpito è stato il “bombardamento “ incisivo ed accattivante, ne sono coinvolti i comuni , la provincia stessa , c’è una cooperativa che ne porta il nome , poi i barcaioli del Mincio oltre a manifesti , dèpliant , massicci articoli sulla stampa locale e regionale , gadget di tutti i tipi , poster ed oggettistica.

Leggo che esistono Fondi europei per i parchi cittadini che vengono stanziati dietro presentazione di progetti ( il comune di Prato riceverà 1 milione di euro in tre anni per migliorare i parchi grazie al bando “LIFE +”). 

Cito questo esempio ma ne potrei elencare altri. E per il nostro Parco del loto si è pensato di ricorrere a qualcosa del genere? Buttarsi in un progetto di più ampio respiro è realistico o utopistico ? 

Ci sono le condizioni per fare del Parco del Loto un “brand”, un marchio come l’Ala di Francesco Baracca portato oggi al suo antico splendore ? E’ possibile , dopo adeguato potenziamento strutturale e quindi a pieno titolo , inserire il Parco e il laghetto del loto nel percorso turistico attuale della città assieme alla Rocca Estense , al Museo F. Baracca , al Pavaglione , al Teatro Rossini ,alla Chiesa di S. Onofrio, al Chiostro della Collegiata ed altre nostre bellezze? 

Butto là alcune idee. Guardando il laghetto ho visualizzato due pensiline in legno che entrano fino al centro del laghetto , una di fronte all’altra , che consentono di stare più a contatto con la fioritura del loto da ambo i lati , con cancelletto a scatto che si apre ( eventualmente a pagamento). 

Creare un percorso circumlacuale , il cui stradello sia percorribile , in sicurezza per tutti , e accessibile anche ai portatori di handicap. Creare ancora un percorso didattico dando un nome a tutte le piante del Parco con targhette o con cartelli , una preziosa informazione per tutti e per gli insegnanti di Scienze delle scuole a tutti i livelli . In pratica una mostra permanente ”en plain air “. 

Adibire la struttura in legno esistente , sempre chiusa a parte qualche occasione, come museo floreale permanente o stagionale (qualcosa c’è alle pareti , poco significante) , con un una esposizione fotografica del fior di loto , di altri fiori presenti e delle piante del parco , corredate poi di schede informative. 

Sviluppare eventi estivi, pomeridiani o serali. Trasformare le piante o cespugli in forme animate , creando figure di animali , fiori , persone. Il tutto per caratterizzare sempre più il parco in senso più ampio, col fior di loto come punto focale in mezzo ad un grande giardino parlante. 

Ecco per cosa intendo farne un “brand”. Tutto questo per vivere il Parco col suo laghetto fino in fondo. E’ utopistico ? Dal sogno alla realtà , si realizza volendolo.

Quel “SI PUO’ FARE “ migliorando ciò che si ha , e sviluppare un progetto di grande respiro per l’interesse della intera comunità , per la nostra città. Poter affermare con orgoglio : Lugo ha la sua bellezza che è ” il fior d loto” col suo parco . Ripeto, da semplice cittadino osservatore senza secondi fini : “SI PUO’ FARE ,SI PUO’ FARE “.


Paolo Caroli



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